A cura di Ilaria Perotta
Gli analisti ipotizzano che gli anni Venti del terzo millennio saranno ruggenti come quelli del secolo scorso. Certo è che da questa stagione la moda torna a farsi sentire grazie alla propria capacità di vestire al meglio la realtà, in qualunque forma si presenti.
Come la protagonista di Vertigo, capolavoro di Hitchcock, il fashion system, dato per scomparso, si rifà vivo trasformato. Le collezioni riflettono, infatti, la dualità delle nostre azioni e dei nostri sentimenti divisi tra focolare domestico e voglia di viaggiare, cena tra intimi e party in grande stile, nostalgia dei tempi andati e desiderio di cambiare per affrontare il futuro. Con l’outfit più adatto, naturalmente.
I nuovi filtri dello stile
Anche secondo l’ex Miss Italia, modella e conduttrice Tv Roberta Capua «Sono due le anime del guardaroba di stagione: una casalinga, l’altra sociale. Una lezione di stile che abbiamo imparato dallo smartworking è che eleganza e comodità non si escludono a vicenda. La tuta, ad esempio, prima indossata solo per la palestra o in casa, diventa adesso à la page abbinata ai tacchi. C’è però il desiderio di sfoggiare capi colorati e accessori luminosi per farsi notare outdoor. Fil rouge rimane la ricerca della raffinatezza, declinata in versione comfort e chic». Il messaggio arriva chiaro dalle passerelle dove sfilano cappotti e abiti trapunta, stampe che ricordano coperte, ma anche mini dress cut-out, stivali metal, cascate di bagliori. Tendenze studiate per essere, in ogni caso, vissute. In questo mood emozionale s’inserisce il ritorno di un catalogo storico come Postalmaket: «Il libro dei sogni. Da ragazzo abitavo in provincia, lontano dalle boutique couture, e non vedevo l’ora di averlo tra le mani per ammirare capi e accessori immaginandoli indossati», afferma il costumista ed esperto d’immagine Giovanni Ciacci, convinto che la rinascita sartoriale di oggi passi anche attraverso una maggiore attenzione alla sostenibilità. «C’è un occhio diverso nei confronti dell’ambiente. I tessuti sono in fibre riciclate o ricavate da procedimenti naturali. È tornata la concezione vintage che il capo debba durare. Abbiamo ritrovato la strada dei valori e dell’artigianalità, vince la qualità: se un abito è bello non ha senso che passi di moda, può e deve resistere nel tempo».
Good vibrations
La moda, dunque, si plasma sulla nuova mentalità less is more dei consumatori proponendo, allo stesso tempo, look pervasi di ottimismo. «Le collezioni di stagionebparlano a chi, superate le difficoltà, guarda avanti tornando a giocare con le emozioni dei colori, la seduzione e il potere. Giacche che fasciano ed enfatizzano, abiti che coprono e scoprono, tessuti che scivolano sul corpo, scarpe e monili eye-catching.
Accanto a questi capi che sprizzano energia ce ne sono altri rassicuranti, nelle tonalità calde del caramello, nocciola e castagna, borse tondeggianti, tessuti che ricordano i plaid. Una moda proiettata al futuro ma che non dimentica il passato. Che integra desideri ed emozioni e rimette il piacere là dove deve essere», sottolinea Paola Pizza, psicologa della moda e autrice del blog psicologiadellamoda.com. Nelle trame-à-porter c’è anche la ripresa della storia del nostro costume attraverso outfit dalle linee che rimandano a decenni di benessere, come gli anni Ottanta: «Dal punto di vista sartoriale sono molto legato a questa decade di fermento culturale che ha segnato enormemente il linguaggio e lo stile. Da quel periodo prendo spunto oggi sia musicalmente che esteticamente, due aspetti per me imprescindibili per portare avanti un discorso di verità artistica e culturale.
Aggiungo che Postalmarket è un po’ il precursore dell’e-commerce e il suo ritorno riguarda anche la ripresa economica del nostro Paese», afferma Stash dei The Kolors.
Sovrapposizioni temporali, intrecci di nuove e vecchie abitudini. La moda si reinventa, le luci si riaccendono, il guardaroba torna davvero a ruggire. È l’ora del glamour.
La tua wishlist:
A.N.G.E.L.O. Vintage Cult
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Top con scollo ampio anni '90 - Romeo Gigli

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Completo giacca e gonna anni '80 - Gianfranco Ferré